Sardi Dentro: Partire voce del verbo "movirì"
In Sardegna il lavoro latita, lo sappiamo tutti. I Sardi sono costretti a emigrare perchè la loro terra è arida di soddisfazioni lavorative e pecuniarie. A quanto si dice, tra gli italiani, i Sardi sono i più restii a partire. Quando un Sardo si laurea ha due possibilità: cercare un "lavoretto" o partire. La prima soluzione implica sfruttamento, frustrazione per aver studiato tanto senza "ritorno" e una quantità di domande verso il futuro. Poi, se non si trova il "lavoretto" sono dolori.
La seconda alternativa è più difficile. Nel mio caso, si pensa a Milano come la capitale della nebbia (che ho visto UNA volta in due anni e mezzo), dove le persone sono fredde, dove si lavora e basta. Di una cosa sono certo: meglio lavorare a Milano che vivere a Cagliari senza lavoro. Inoltre, il 50% delle cose che si dicono su Milano sono esagerazioni. L'altro 50% è messo in giro dalle persone come scusa per non muoversi. Partire: voce del verbo "movirì".
La seconda alternativa è più difficile. Nel mio caso, si pensa a Milano come la capitale della nebbia (che ho visto UNA volta in due anni e mezzo), dove le persone sono fredde, dove si lavora e basta. Di una cosa sono certo: meglio lavorare a Milano che vivere a Cagliari senza lavoro. Inoltre, il 50% delle cose che si dicono su Milano sono esagerazioni. L'altro 50% è messo in giro dalle persone come scusa per non muoversi. Partire: voce del verbo "movirì".
5 Comments:
Non è giusto: dobbiamo far emergere il nostro Sud (compresa la Sardegna): non è possibile che i giovani se ne vadano tutti e che rimangano i "potenti" a godersi le nostre bellezze territoriali, uniche al mondo. Oltre al governo, che pensi anche l'Unione Europea a inviare fondi: è possibile che a Lecce ancora non ci sia un aeroporto? Sarebbe un passo enorme in avanti, si creerebbe molta occupazione, molto più turismo, come credo che lo sia anche per la Calabria e la Sicilia se costruissero il Ponte di Messina o per la Sardegna se intinsificassero le linee aeree e marittime anche con la Francia e la Spagna: è vero che i cambiamnti non si fanno dall'oggi al domani, ma cominciamo dall'indispensabile almeno. Non sei d'accordo Sam?
By Anonimo, at 1:59 PM
Ciao Anonimo, sono d'accordo sul fatto che lo "status quo" attuale sia improntato sul continuo ripresentarsi delle stesse facce. Penso si tratti di un circolo vizioso: i soliti noti al potere non hanno intenzione di modificare la situazione e aprirsi al mercato. I finanziamenti dell'UE, quando non viene "gabbata", finiscono per alimentare questo circolo di "potenti". Hai citato giustamente il turismo, forse l'unico volano che potrebbe dare la svolta (senza vendere gli arenili) al meridione e isole. Secondo me, la consapevolezza di poter cambiare il mondo nasce dentro di noi. Nel mio caso, ho la convinzione che l'esperienza attuale fuori dall'isolamento dell'isola, costituisca un patrimonio che sfrutteò in futuro nella mia terra, per modificare le cose a modo mio. Grazie del commento :-)
By Samu, at 2:24 PM
E'anche vero che non si capisce perchè restare a sud a fare i martiri se c'è l'occasione di realizzarsi altrove. Fosse per me, ho le valige pronte.
By one in a million, at 4:51 PM
Non è facile mettere le radici altrove, anche perchè non si tratta solo di essere affezionati al proprio territorio, ma anche alla famiglia, agli amici, alla gente in generale del Sud. Ho una cugina a cui queste cose non interessavano minimamente, ma da quando è andata in Veneto, le è stranamente venuta nostalgia di casa....
By Anonimo, at 11:33 PM
Non è sicuramente facile, ma nemmeno impossibile - sono in tanti quelli che partono (non solo dalla Sardegna). La nostalgia è un dato di fatto: è inutile negarlo. Ma se nella propria terra gli sbocchi non sono una vera alternativa, ma le vere alternative sono riservate a pochi "eletti", i "comuni mortali" sono costretti a scegliere strade diverse, che implicano dei sacrifici. Sono fermamente convinto che propri questi sacrifici facciano crescere e sono altrettanto convinto che vivere lontano arricchisca professionalmente e costituisca un fattore di crescita personale non indifferente. Lasciando perdere le grandi sfide, ogni giorno ci si scontra con una realtà nuova, con diversi canoni di giudizio, si sviluppa un nuovo punto di vista, nuove idee e si osserva il mondo da un'altra prospettiva (oh capitano, mio capitano docet).
By Samu, at 8:38 AM
Posta un commento
<< Home