Sardi Dentro: Ricci, spine, papaveri e papere
Ogni volta che torno in Sardegna, il Poetto e i suoi chioschi sono una tappa obbligata. Oggi ho prenotato per le 13.30 un tavolo per tre persone (i tenutari di questo blog in seduta straordinaria).
Alle 13.15, causa ritardo, chiamo il "chiosco" (di fatto si tratta di ristorante, che non rispetta, a occhio e a naso, le norme igieniche e fiscali dello stato italiano) per spostare la prenotazione alle 13.50. Il mio interlocutore mi conferma la variazione e il tavolo.
Arriviamo spaccando il secondo e il tizio, che chiamerò "Nanù", ci comunica che il tavolo non è disponibile. Ribadisco di aver chiamato per spostare la prenotazione ma Nanù non ne vuol sapere e dice:"Tze (tipico verso Sardo utilizzato come negazione), c'è da aspettare. Aspettate?". Nicola, declina gentilmente il suo invito e noi lo seguiamo verso altri lidi, mentre Nanù ci definiva "simpatici" e se la rideva con le persone che aspettavano in fila (in realtà rideva solo lui).
Alcune considerazioni. Caro Nanù, come ti saresti comportato se al posto nostro ci fossero stati dei turisti? E' questo il modo di trattare dei clienti che hanno sempre parlato bene del tuo locale (sebbene questo non rispettasse le elementari norme igieniche, come ad esempio i moscerini nei piatti, etc), portandoti altri clienti? Il potere da alla testa. Scordiamoci un'economia trainata dal turismo. Almeno fin quando Nanù prenderà le prenotazioni.
Alle 13.15, causa ritardo, chiamo il "chiosco" (di fatto si tratta di ristorante, che non rispetta, a occhio e a naso, le norme igieniche e fiscali dello stato italiano) per spostare la prenotazione alle 13.50. Il mio interlocutore mi conferma la variazione e il tavolo.
Arriviamo spaccando il secondo e il tizio, che chiamerò "Nanù", ci comunica che il tavolo non è disponibile. Ribadisco di aver chiamato per spostare la prenotazione ma Nanù non ne vuol sapere e dice:"Tze (tipico verso Sardo utilizzato come negazione), c'è da aspettare. Aspettate?". Nicola, declina gentilmente il suo invito e noi lo seguiamo verso altri lidi, mentre Nanù ci definiva "simpatici" e se la rideva con le persone che aspettavano in fila (in realtà rideva solo lui).
Alcune considerazioni. Caro Nanù, come ti saresti comportato se al posto nostro ci fossero stati dei turisti? E' questo il modo di trattare dei clienti che hanno sempre parlato bene del tuo locale (sebbene questo non rispettasse le elementari norme igieniche, come ad esempio i moscerini nei piatti, etc), portandoti altri clienti? Il potere da alla testa. Scordiamoci un'economia trainata dal turismo. Almeno fin quando Nanù prenderà le prenotazioni.
6 Comments:
sono assolutamente d'accordo con te. Noi abbiamo un pò l'economia di cristoforo colombo arrivato in america: ti dò uno specchietto tu dammi i tuoi ori! Poi però l'indiano si rende conto che uno specchietto non è poi gran cosa...e ti lincia.
Quanto ho riso per nanù. Grazie!
By Anonimo, at 9:34 AM
Speriamo che il vento cambi ;-)
By Samu, at 6:03 PM
io voglio il numero di telefono di nunù...è proprio il mio tipo...
By Anonimo, at 6:17 PM
augurissimi samu!!!!! grazie della compagnia di quasi metà 2005!!!! devo rileggere bene tutti gli arretrati (vai a genova??!!?? a fare che?) leggerò con calma. per ora io sono tornata in emilia. goditi l'isoletta ancora qualche giorno... ciaooooo
By Anonimo, at 6:19 PM
Ciao Teresa, grazie e tanti auguri anche a te :-) Sono stato a Genova per prendere il traghetto direzione porto torres e ci ritornerò il 7.. direzione Milano :-(
By Samu, at 1:25 PM
"non firmo sta roba", puoi trovare Nanù
al Poetto di Quartu, lavora in uno dei primi chioschi che vendono ricci e altri piatti.. lo riconosci perchè non è un gigante :-)
By Samu, at 1:27 PM
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