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02 ottobre 2007

Lavoro Sardegna

Due parole che fanno a pugni tra loro. Eppure, l'obiettivo del sior presidente è di portare il tasso di disoccupazione dell'isola sotto il 10%

Suggerisco di continuare a far emigrare i disoccupati, in modo che tale obiettivo sia raggiungibile al più presto.

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7 Comments:

  • haha questaè geniale.
    Se il dottor tiscali si decidesse as assumere a tempo indeterminato (e non solo lui,ovvio) gli sfigati che lavorono A PROGETTO (progetto de che, se faccio call center).

    Non so voi,ma avete notato come nascano come funghi i call center? Nella mia zona (Carbonia-iglesias) è pieno.

    By Blogger Donna del Mare, at 1:31 PM  

  • Aggiungerei, moralmente inaccettabile. Come si può permettere uno sfruttamento simile? O sopporti o parti. Sempre meno sopportano.

    By Blogger Samu, at 5:47 PM  

  • Capisco i commenti stizziti, ma guardiamo la realtà.
    soru ha fatto nascere dal nulla una azienda da circa 1000 dipendenti e pure di alto livello (ingegneri per lo più). gente che spende e fa girare l'economia a cagliari.
    1000 persone che sarebbero usciti dalla sardegna senza batter ciglio.

    i call center sono un fenomeno se vogliamo ovvio in sardegna. scolarizzazione alta, costo del lavoro basso, professionalità (i sardi sono tipicamente molto apprezzati a livello lavorativo). inoltre è un lavoro che non risente dell'insularità. è già qualcosa che ci sia quello, anche se effettivamente lo stipendio è davvero basso. ma in attesa di qualcosa di meglio ci può stare.

    se date uno sguardo ai siti di e-recruitment, le offerte riguardano solo agenti di vendita. per aziende del continente. la colonizzazione continua...

    ciao
    bottepunciasa

    By Anonymous Anonimo, at 4:12 PM  

  • bottepunciasa: deduco che tu non abbia mai lavorato in un call center.

    Nessuno ha citato l'azienda di cui parli tu; ma soprattutto, dove sono impiegati questi ingegneri?

    Forse, ribadisco forse, legare una persona alla propria terra nell'attesa di qualcosa di meglio, è peggio che lasciarla andare..

    Un operatore di call center è destinato a vivere nella precarietà, con tutto quello che ciò comporta.

    By Blogger Samu, at 7:49 AM  

  • per samu:
    gli ingegneri di cui parlo sono impiegati in tiscali, azienda fondata da soru. non so se poi soru sia anche proprietario di qualche call center...

    non ho mai lavorato per un call center, è vero. appena dopo laureato ho trovato lavoro in una grande azienda del nord, per la quale mi sono già trasferito 4 volte in 5 anni, senza considerare le trasferte di media durata.

    la precarietà di chi lavora in un call center (al di là che in questo caso i contratti a progetti in questo caso credo siano irregolari, e c'è una sentenza che già lo dice) dovrebbe spingere il lavoratore a cercare qualcosa di meglio, o a sforzarsi di creare qualcosa.

    il problema è che tanta gente preferisce lavorare seduta ad una scrivania piuttosto che proseguire magari una piccola attività del padre in cui però c'è da sporcarsi le mani.

    ciao
    bottepunciasa

    By Anonymous Anonimo, at 7:47 PM  

  • La precarietà del lavoro, gli stage infiniti e non retribuiti e i contratti a progetto non sono una realtà sarda, anzi, chi in Sardegna ha un lavoro con quello può sicuramente campare!
    Vi assicuro che la situazione è penosa nel nord Italia dove ci si trasferisce convinti di fare la bella vita e invece ci si trova a fare la fame...anche facendo un lavoro considerato "buono".
    Però il nostro orgoglio (tipico barbaricino nel mio caso) ci porta a resistere per non tornare a casa "sconfitti" e ci facciamo sfruttare con la speranza di un futuro e dignitoso riconoscimento!
    allora meglio stare a casa, i soldi non saranno tanti ma lo stile di vita è incomparabile a quello delle grandissime città italiane: tristi, grigie e vuote.

    By Anonymous Anonimo, at 12:10 PM  

  • Ciao Fiammetta,

    non sono d'accordo.

    - chi pensa di fare la "bella vita" trasferendosi al nord?

    I sentimenti di chi si trasferisce non vanno proprio in quella direzione.. Almeno non della maggioranza.

    - "ci facciamo sfruttare con la speranza di un futuro e dignitoso riconoscimento"

    In Sardegna quello che accade è peggio: ci si fa sfruttare pur di restare incatenati al sogno di un futuro migliore, come se il lavoro "migliore" potesse piovere dal cielo. E nel frattempo, gli anni passano. Al nord, o meglio parlo di Milano, sebbene non sia una passeggiata, io e tanti come me abbiamo trovato reali possibilità di crescita. Sardi come noi, che in Sardegna avrebbero fatto la fame, si trovano in posizioni di rilievo e svolgono lavori che rimananendo in Sardegna leggerebbero solo nella pagine del Corriere.

    - "allora meglio stare a casa".

    Quindi coi soldi che arrivano da un lavoro sottopagato in Sardegna sei in grado di pagare affitto, bollette, etc? Oppure con "casa" ti riferisci a quella dei genitori?

    Non dico che emigrare sia la soluzione a tutti i problemi né che sia una cosa facile. Dico che ad un certo punto ci si trova di fronte ad un bivio e, sebbene la qualità di vita in Sardegna sembri migliore, questa sensazione svanisce se si pensa ad un lavoro appagante, remunerato giustamente. Non si vive di solo mare e sole.

    Le grandissime città italiane saranno pure tristi, grigie e vuote, ma lo sono altrettanto le giornate passando in Sardegna sfogliando gli annunci di lavoro nei call center piuttosto che i posti di lavoro apparentemente appaganti che poi si rivelano solo per quello che sono: un'illusione.

    Chiaramente, esprimo la mia opinione sulla base del mio vissuto, che mi ha portato a vivere a Milano da 5 anni, con rari sguardi verso l'isola, subito distolti dalla quotidianità lombarda. Milano mi da da vivere. Cagliari no.

    By Blogger Samu, at 10:48 PM  

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