Leggenda Facoltà di Economia e Commercio Cagliari
Ancora oggi, nei lunghi corridoi, nelle aule, negli androni della Facoltà di Economia e Commercio di Cagliari, girano voci sul suo conto. Chi ebbe la fortuna di assistere a quanto sto per narrare, forse, non scorderà quanto visto per tutto il resto della sua vita.
Circa sei anni fa, tre baldanzosi giovini prossimi alla laurea, decisero di cimentarsi in una delle prove più ardue del percorso sopra indicato: l'esame di statistica. Due di loro si avvicinaro al periglio con tre settimane di vantaggio, il terzo si aggiunse in corsa, a circa due settimane dalla meta. Furono giorni intensi, fatti di medie, varianze e birra: tutto aveva e avrà per sempre il buon sapore della pizza alle acciughe.
Arrivò il giorno dello scritto e i tre si sistemarono in posizione strategica, pronti ad affrontare qualcosa che li avrebbe uniti per sempre. Dopo la prova, passò qualche giorno prima della convocazione.
Il sommo professore lesse uno a uno i voti. Dopo aver pronunciato il cognome di uno dei nostri eroi, seguito nell'immediato da un "18", ci fu un momento di silenzio. Poco importava la media. Un attimo dopo, alzò il banchetto, corse fuori dall'aula e incurante del centinaio di persone vicino a lui, salì su un ripiano di cemento dove cantò e ballo per circa un minuto. Tutto intorno, la gente mormorava "è il suo ultimo esame" o qualcosa del genere.
Finito il giubilo rientro nell'aula, dove gli emeriti colleghi lo guardarono con un sorriso stupefatto. Il professore, anche lui sorridente, proclamò: "Ammesso con riserva!" unitamente al suo giovine amico, mentre il terzo eroe passò la prova indenne.
A quanto pare, il 18 fu confermato. Quello che successe da quel momento, purtroppo, è confuso e difficilmente ricostruibile. Anche se, al giorno d'oggi, si mormora che il giovine viva e lavori a Milano. In carne ed estro.
Circa sei anni fa, tre baldanzosi giovini prossimi alla laurea, decisero di cimentarsi in una delle prove più ardue del percorso sopra indicato: l'esame di statistica. Due di loro si avvicinaro al periglio con tre settimane di vantaggio, il terzo si aggiunse in corsa, a circa due settimane dalla meta. Furono giorni intensi, fatti di medie, varianze e birra: tutto aveva e avrà per sempre il buon sapore della pizza alle acciughe.
Arrivò il giorno dello scritto e i tre si sistemarono in posizione strategica, pronti ad affrontare qualcosa che li avrebbe uniti per sempre. Dopo la prova, passò qualche giorno prima della convocazione.
Il sommo professore lesse uno a uno i voti. Dopo aver pronunciato il cognome di uno dei nostri eroi, seguito nell'immediato da un "18", ci fu un momento di silenzio. Poco importava la media. Un attimo dopo, alzò il banchetto, corse fuori dall'aula e incurante del centinaio di persone vicino a lui, salì su un ripiano di cemento dove cantò e ballo per circa un minuto. Tutto intorno, la gente mormorava "è il suo ultimo esame" o qualcosa del genere.
Finito il giubilo rientro nell'aula, dove gli emeriti colleghi lo guardarono con un sorriso stupefatto. Il professore, anche lui sorridente, proclamò: "Ammesso con riserva!" unitamente al suo giovine amico, mentre il terzo eroe passò la prova indenne.
A quanto pare, il 18 fu confermato. Quello che successe da quel momento, purtroppo, è confuso e difficilmente ricostruibile. Anche se, al giorno d'oggi, si mormora che il giovine viva e lavori a Milano. In carne ed estro.
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