Sardi Dentro: Ricci, spine, papaveri e papere
Alle 13.15, causa ritardo, chiamo il "chiosco" (di fatto si tratta di ristorante, che non rispetta, a occhio e a naso, le norme igieniche e fiscali dello stato italiano) per spostare la prenotazione alle 13.50. Il mio interlocutore mi conferma la variazione e il tavolo.
Arriviamo spaccando il secondo e il tizio, che chiamerò "Nanù", ci comunica che il tavolo non è disponibile. Ribadisco di aver chiamato per spostare la prenotazione ma Nanù non ne vuol sapere e dice:"Tze (tipico verso Sardo utilizzato come negazione), c'è da aspettare. Aspettate?". Nicola, declina gentilmente il suo invito e noi lo seguiamo verso altri lidi, mentre Nanù ci definiva "simpatici" e se la rideva con le persone che aspettavano in fila (in realtà rideva solo lui).
Alcune considerazioni. Caro Nanù, come ti saresti comportato se al posto nostro ci fossero stati dei turisti? E' questo il modo di trattare dei clienti che hanno sempre parlato bene del tuo locale (sebbene questo non rispettasse le elementari norme igieniche, come ad esempio i moscerini nei piatti, etc), portandoti altri clienti? Il potere da alla testa. Scordiamoci un'economia trainata dal turismo. Almeno fin quando Nanù prenderà le prenotazioni.